VALLEMARE IN MONTAGNA
di Giuseppe Bambini

L'escursione proposta - con caratteristiche riportate nel profilo altimetrico - si sviluppa lungo tranquille sterrate e stradelli campestri accessibili a tutti, offre inconsueti scorci sul boscoso versante E del Subasio. L'intero itinerario è caratterizzato dalla presenza di poderose querce, la cui funzione è dovuta principalmente alla natura argillosa delle colline che si affacciano verso il Fiume Topino. Sono state piantate e curate dall'uomo sin dai tempi degli Umbri: sono cultura, non solo natura. Quando cadono le foglie, tra i rami spogli sarà facile notare la presenza del "ramo d'oro": il vischio con i suoi frutti dorati, simbolo di luce e di vita che si rigenera. Trattandosi di una pianta parassita senza radici in terra si diceva che, discesa dal cielo, fosse emanazione divina. I Celti chiamavano il vischio "quello che guarisce tutto".
Questa pianta misteriosa rappresentava l'elemento centrale di un complesso cerimoniale che si teneva durante i riti legati al solstizio d'inverno. I Druidi - sacerdoti e vati degli antichi Celti - lo raccoglievano con un falcetto d'oro ed evitavano che toccasse terra; l'acqua nella quale veniva poi immerso il vischio, era ritenuta un efficace antidoto contro malefici e sortilegi. Ancora oggi è di buon auspicio regalare per capodanno un rametto d'oro da appendere dietro la porta di casa. Per gli scettici: male non fa! Consigliato abbigliamento comodo e calzature adeguate a una gita in montagna.
Munirsi di zainetto contenente qualcosa da mangiare e da bere, giacchetto antipioggia, bussola e altimetro, Carta dei Sentieri del Monte Subasio in scala 1:20000 del C.A.I. sezione di Foligno, binocolo per gustare i panorami e macchina fotografica per chi vuol ricordare.
In automobile: da Piazza Matteotti (445 m) si sottopassa Porta Perlici imboccando la SS 444 (del Subasio) in direzione Gualdo Tadino. Percorsi circa 500 m si lascia la SS 444 e si prende a ds la SP 249 (indicazioniCosta Trex - Armenzano). La stretta strada asfaltata, in leggera e costante salita, conduce alle poche case di Costa Trex (573 m - 5 km), quindi ad Armenzano (759 m - 10 km). Qui si lascia la SP 249 e si prosegue sulla sinistra. Dopo aver lambito le mura del castello, si prosegue ancora a sin in discesa.
Oltrepassato il piccolo cimitero ombreggiato da cipressi si giunge a una sella, la Croce di Armenzano (627 m - 11.5 km da Piazza Matteotti ) - punto di incrocio fra numerose strade e sentieri - riconoscibile per la presenza di una edicola campestre in mattoncini e di una caratteristica torre colombara. La sella rappresenta lo spartiacque tra il Fosso Cavaliero (N-W)tributario del Torrente Tescio, e il Fosso dell'Anna (S-E) affluente del Fiume Topino.
Itinerario: dalla Croce di Armenzano (627 m) si inizia a camminare (E) lungo la sterrata e percorsi pochi m si giunge a un bivio dove si prende a ds in leggera salita.
Fiancheggiata la torre colombara si prosegue lungo la tranquilla sterrata. Verso ds la vista si apre sull'ampia testata del Fosso dell'Anna e sul versante orientale del Subasio, inciso profondamente da numerosi fossi.
Si giunge a Falcioni Alto (684 m - 20 min dalla partenza), segnalato da alcuni manufatti - abitazioni e ricoveri per animali - in stato di completo abbandono.
Qui prendere sulla sin e dopo pochi m piegare a ds. Attraversata una recinzione metallica si prosegue (N-E) su pista erbosa tra campi incolti che porta a una sella tra due modesti rilievi. Sul piccolo colle sulla sin (700 m) - delimitato a valle da un muro di pietrame a secco - sono stati individuati i resti di una villa rustica di epoca romana, di cui non resta traccia visibile in superficie all'infuori di numerosi cocci sparsi e di alcuni blocchi squadrati. Davvero deludente l'attuale presenza di caminetti in cemento, che forse anticipano future discutibili "fruizioni" turistiche. Tornati al bivio di Falcioni Alto (15 min per andare e tornare) si prosegue a sin (S-E) con alcuni saliscendi. La sterrata si snoda lungo il diaframma che separa la testata del Fosso dell'Anna (a ds) da quella del Fosso il Rio (a sin) entrambi tributari del Fiume Topino, mentre tutt'intorno è il tipico paesaggio umbro che si manifesta in tutta la sua armonia: minuscoli borghi, isolati casolari, boschi, coltivi, querce camporili: da gustare in tutta calma. Mantenendo la direzione principale si giunge all'incrocio di Casurci (701 m - 25 min da Falcioni Alto), minuscolo borgo agricolo. Qui si trascura la direzione principale e si piega verso ds in salita, aggirando il colle della Solfea. Sulla sin la vista si allarga sull'Appennino Umbro-Marchigiano con il tozzo massiccio del Monte Pennino (E) e i Monti di Gualdo Tadino (N). Superato un valico (720 m) la strada inizia a scendere mentre sulla ds riappare il Monte Subasio. Al bivio successivo trascurare la direzione principale e piegare sulla ds: una sconnessa sterrata in discesa tra vigneti e roverelle conduce alle poche case di Vallemare (660 m - 15 min da Casurci).
Il toponimo, davvero singolare tra i contrafforti del Monte Subasio, ha dato adito a diverse interpretazioni e leggende, la più verosimile la fornisce Arnaldo Fortini: "nel 969 tutta una popolazione fu trapiantata dalla terra di Puglia al tempo di Pandolfo Testadiferro - duca di Spoleto - il quale, al comando dell'esercito imperiale di Ottone I vinse e sottomise Saraceni e Bizantini in quella regione".
Forse questo richiamo al mare tra questa valle, fa ricordare quella gente. Inoltre la presenza di cognomi con prefisso "de" oppure "di" - inconsueti rispetto ai cognomi "genitivi" della zona - potrebbe rappresentare un'altra esile conferma. Si prosegue in discesa andando subito a sbucare sulla stretta strada asfaltata proveniente da Valtopina.
Qui prendere a ds giungendo all'abitato di Colle Silvo (544 m - 10 min da Vallemare), già visibile in lontananza.
L'ameno panorama circostante invita il viandante a una meritata sosta.
Tornati indietro per alcune decine di m, in corrispondenza di una curva a ds imboccare sulla sin (N) uno stradello in discesa che inizia a girare intorno alla boscosa testata del Fosso dell'Anna, vigilata dall'alto dal castello diArmenzano.
Oltrepassata la piccola incisione del Fosso di Colle Silvo, a un incrocio proseguire diritto in discesa (N) quindi si traversa il Fosso Cacciaragani (490 m) che costituisce il ramo sin del Fosso dell'Anna.
Si prosegue sul versante opposto con ripide svolte in salita, costeggiando una recinzione. Poco dopo il sentiero rimpiana: sulla sin vasti campi con alberi da legno e radi filari di viti maritate. Si passa attraverso un vallo
costituito da due roverelle affacciate fra di loro, quella di sin è imponente e appare completamente avvolta fino alla chioma da un tenace rampicante, che si diparte da un tronco anch'esso di notevole dimensioni.
L'edicola della Croce di Armenzano (627 m -40 min da Colle Silvo) è lì a due passi.
Una Vallemare quassù proprio è proprio una sorpresa!

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