I CONSIGLI DI CHIARA A FRANCESCO,
di Francesco Frascarelli

Chiara scelse di denominarsi "pianticella" di Francesco. Eccesso di umiltà? Ma è lecito parlare di eccedenza quando il riferimento si rivolge ad una virtù? Sta di fatto che l'espressione si è radicata nella tradizione e riscuote ancora condivisione e gradimento. Esiste un rischio tuttavia: che la delicatezza e la minorità ìnsite nella definizione possano condizionare il giudizio sulla struttura psicologica di questa donna, al punto da farla apparire succuba, debole e remissiva. Chiara al contrario si presenta, ad una attenta analisi, spiritualmente forte e tenace: determinata nella conversio, maturata grazie a Francesco sin dall'adolescenza; nella fuga messa in atto coraggiosamente durante la notte; nell'opposizione alle pretese del parentado che ambiva a spezzare il nuovo corso della sua vita; nella difesa delle consorelle e della città natale; nella gestione del monastero (quanto le sarà costato quel primo diniego, poi revocato, verso madonna Gàsdia che voleva entrare in clausura sprovvista di una autentica vocazione!); determinata nella osservanza della preghiera e della penitenza; nella fedeltà alla povertà assoluta, senza cedimenti nei confronti di maggiorenti e autorità della Chiesa e persino dello stesso Francesco. Lui conosceva, sì, il temperamento di Chiara. Ne ammirava la fermezza d'animo e la saggezza, doti che inducevano a chiederle consiglio per superare incertezze e sbandamenti. Chiara infuse la sua luce a Francesco e si manifestò valido sostegno anche in una decisiva circostanza, quando egli si lacerava nel dubbio per "quello che dovesse fare" (Fior., FF, 1845), per la strada da scegliere che non riusciva ad intuire, anche confrontandosi con i propri confratelli: vita contemplativa impregnata di orazione o vita attiva di predicazione in mezzo alle genti? Tali pensieri rimuginava Francesco: Io inesperto nel parlare ho ricevuto la grazia dell'orazione più che la capacità di predicare; con l'orazione si acquistano o si accumulano le grazie, con la predicazione si distribuiscono i voti ricevuti dal cielo; con l'orazione purifichiamo i nostri sentimenti, con la predicazione lo spirito si distrae e la disciplina perde vigore; con l'orazione parliamo a Dio, con la predicazione dobbiamo scendere tra gli uomini e vivere da uomini; ma a favore della predicazione gioca un pregio che "sembra" superare gli altri: Cristo ha diffuso tra gli uomini la Parola di salvezza offrendo il suo sangue; non siamo noi obbligati ad imitare Cristo? Allora "sembra" maggiormente gradito che io vada a lavorare nel mondo (Leg. mag., FF, 12O4). Un giorno, assalito da particolare tormento, chiamò Masseo e gli disse: Va' a sorella Chiara e riferisci da parte mia che insieme alle più devote compagne preghi Dio affinché gli piaccia rivelare quale sia per me la cosa migliore: solamente pregare o predicare. Successivamente va' a Silvestro e sollecita la stessa incombenza (Fior., FF, 1845). Le due ambasciate furono eseguite. Lo stimatissimo Silvestro notificò a Masseo la risposta ricevuta: Dio non aveva "chiamato" Francesco solamente per sé ma perché molte anime fossero dallo stesso salvate. Anche Chiara, che aveva scrupolosamente indagato la volontà divina, si espresse in uguale maniera (ibidem). Il destino era dunque segnato: evangelizzatore per le contrade della Terra. Masseo fu ricevuto da Francesco con grandissima carità. Dopo aver desinato insieme quest'ultimo, inginocchiatosi nella selva e poste le braccia a formare una croce, domandò a Masseo: Che comanda il Signore Gesù Cristo? E l'altro: Tanto a frate Silvestro quanto a sorella Chiara ha rivelato che tu vada per il mondo a predicare, avendoti eletto per la salvezza del prossimo (ibidem). Allora Francesco si alzò, si cinse le vesti e senza indugio si mise in viaggio (Leg. mag., FF, 12O5). Se Chiara e Silvestro avessero ricevuto ed esposto responso contrario - Francesco si dedichi solamente all'orazione! - quali mutamenti si sarebbero verificati relativamente all'esistenza del povero e allo sviluppo dell'Ordine? Ogni ipotesi in merito risulta azzardata. Se Chiara e Silvestro avessero ricevuto ed esposto responsi rispettivamente dissimili, a chi avrebbe dato ascolto Francesco? Dopo sofferta meditazione, certamente a Chiara, madre, sorella, figlia, affettuosa compagna d'avventura.

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